Robinho è ufficialmente un nuovo calciatore del Santos. Lo hanno annunciato il Milan e lo stesso club brasiliano, quest’ultimo con una nota sul proprio sito titolata “Rei das Pedaladas volta para casa” che richiama il gesto tecnico che ha reso famoso, agli esordi, l’ex attaccante rossonero.
Il Santos è la mia casa. È un posto in cui mi sento molto bene. Spero di ripagare tutto questo affetto dei tifosi sul campo
Queste le parole che sanciscono il ritorno di Robinho al club nel quale è cresciuto. Non è la prima volta che Robi riabbraccia il Peixe. E’ già successo nella stagione 2009/10 quando a cederlo, in prestito, fu il Manchester City. Fu proprio nell’estate 2010 che Binho, considerata chiusa la propria esperienza in Premier League, venne acquistato dal Milan in una giornata di fine agosto che i tifosi rossoneri non dimenticheranno facilmente. Poco ore dopo lo sbarco di Ibrahimovic a Linate, Robinho era già a Milano, pronto a formare con lo svedese la coppia, artefice dell’ultimo scudetto milanista.
Altri tempi. Di quel Robinho non sono rimaste tracce. Il suo è stato un lungo addio. Già nel 2012, in seguito alle partenze dello stesso Ibra e Thiago Silva, l’attaccante era stato a un passo dal Santos. Non se ne fece nulla così come nel gennaio 2013 quando, Galliani, trascorse le vacanze natalizie in Brasile per cercare di venderlo alla stregua di Pato finito al Corinthians. Anche allora fu tutto vano. Robinho voleva tornare a casa ma non decurtarsi il lauto stipendio. Finalmente ora la vicenda si è conclusa ma è stata durissima. L’attaccante ha avuto varie offerte (Olympiakos, Fenerbahce, Al Ahly, Orlando City) ma ha aspettato quella dal Brasile che, in realtà, non è arrivata.
Pur di liberarsi di lui, Galliani gli ha, di fatto, regalato il cartellino, agevolando il trasferimento in prestito al Santos (che lo pagherà 150mila euro al mese) con l’obbligo, nella prossima stagione, di trovarsi una squadra che lo acquisti a titolo definitivo. Intanto i tifosi rossoneri, sui social network, postano foto con tappi di spumante e fuochi di artificio per festeggiare un addio giusto e, troppo a lungo, rinviato.
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